Smart working semplificato: la proroga tanto attesa

La modalità di lavoro agile non si fermerà il 31 maggio ma continuerà fino al 31 agosto grazie ad un emendamento. Ecco le novità.

Con la fine dello stato di emergenza sarebbero dovute venire meno le deroghe all’utilizzo dello smart working, introdotte dall’inizio dell’emergenza COVID-19 al fine di incentivare il ricorso al lavoro a distanza e, in questo modo, ridurre il rischio di diffusione del virus.

L’effetto principale sarebbe stato il ritorno all’obbligo dell’accordo individuale tra azienda e dipendente, come adempimento preliminare e necessario per ricorrere a questa tipologia. Con il Decreto Covid del 24 marzo la possibilità di smart working senza accordo individuale era stata prorogata al 30 giugno, ma un emendamento approvato in sede di conversione in legge lo sposta al 31 agosto.

Smart Working prorogato: cosa cambia

In una nota diffusa da Francesca Ruggiero, Vittoria Baldino e Niccolò Invidia, capigruppo del M5S nelle commissioni Affari sociali, Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati si legge: “In commissione Affari sociali, dov’è in discussione il decreto Riaperture, abbiamo appena approvato l’emendamento, riformulato dal Governo, che proroga lo smart working per i lavoratori fragili pubblici e privati. Siamo soddisfatti che sia stata accolta la richiesta del Movimento 5 Stelle, che si è battuto fin da subito per colmare questa lacuna. In questo modo, le lavoratrici e i lavoratori affetti da patologie che ne determinano la vulnerabilità, potranno continuare a svolgere le proprie mansioni in totale sicurezza. In questa fase di ripresa è importante continuare a tutelare la salute delle persone più fragili con prudenza e responsabilità”

Un'ottima notizia per gli italiani, in quanto lo smart working risulta piacere sempre di più ai lavoratori: secondo una statistica dell'Aidp, il 58% circa delle aziende ha dichiarato che “stanno trovando difficoltà ad assumere, o trattenere i dipendenti, se non viene garantitolo lo smart working”, mentre “oltre l’88% ha confermato che dopo la data del 30 giugno continuerà la possibilità di lavorare in smart working e da remoto, contro l’11% che ha espresso un’intenzione contraria”.

La prospettiva, recita il testo, “è il lavoro ibrido tra modalità in presenza e da remoto: il 38% delle aziende, infatti, ha affermato che i dipendenti potranno lavorare da remoto almeno 2 giorni a settimana e il 14% almeno 1 giorno a settimana. Negli altri casi, con percentuali minori, si va da 3 ai 5 giorni fino ad una presenza di un solo giorno al mese”.

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