TARI, perché va pagata anche se l'immobile è disabilitato: cosa c'è da sapere

TARI, va pagata anche se l'immobile è disabilitato? Facciamo chiarezza

La tassa sui rifiuti, cd. TARI, potrebbe creare diverse questioni pratiche dove c'è l'obbligo di chiarirle. 

Come tutti sono già a conoscenza, la TARI è conosciuta come la tassa sui rifiuti. È operativa da diversi anni e sono previste delle regole specifiche in merito al tema dei requisiti e i soggetti tenuti al versamento. Ma, la domanda che tutti si pongono è la seguente: la TARI va pagata anche quando l'immobile in questione non è abitato da nessuno? La TARI è una tassa comunale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La medesima tassa presenta delle caratteristiche precise che andremo a ricapitolare nel corso del nostro articolo di oggi, ma soprattutto implica quesiti pratici talvolta di non rapidissima soluzione. Portiamo un esempio di una situazione in cui un figlio riceve un'abitazione in donazione dai propri genitori, ma sfitta ormai da tempo e non occupata da nessun individuo nel corso degli ultimi anni. Si potrebbe chiedere se, anche tenendo in considerazione la cessazione della fornitura del gas, sia in gioco una riduzione della TARI. Tutto questo appare un interrogativo sicuramente legittimo, considerando che i rifiuti non sono presenti nell'abitazione perché questa non è abitata. Ad ogni modo, il contribuente deve pagare la TARI in modo pieno o con qualche riduzione, se non addirittura qualche agevolazione?

TARI: cos’è in breve e chi deve pagarla

La tassa sui rifiuti è quella tipologia di tributo che copre i costi legati ad un servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che ogni cittadino produce. Dal mese di Gennaio 2014, in particolar modo, la TARI sembra aver sostituito le anteriori tasse che venivano pagate al Comune dai Cittadini, da Aziende ed Enti a titolo di pagamento sia per il servizio di raccolta che di smarrimento dei rifiuti. Stiamo parlando di quelle tasse che vengono individuate con i seguenti acronimi:

  • TARES = Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi;
  • TIA = Tariffa di Igiene Ambientale;
  • TARSU = Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani

Inoltre, c'è da tenere bene a mente che la TARI ha sostituito il Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi (TARES), è cioè una tassa che è rimasta in vigore solo fino al 2013. E ancora, ogni Comune indica le tariffe sulla scorta della superficie e della quantità di rifiuti che sono stati prodotti o della quantità e anche la qualità di rifiuti per unità di superficie, rapportandosi agli usi e alla tipologia delle attività, e ovviamente al costo del servizio sui rifiuti. Dunque, la Tassa in questione deve essere pagata da tutte quelle persone che possiedono o detengono a qualsiasi titolo (come locazione, comodato d'uso, usufrutto o proprietà) dei locali o delle aree scoperte suscettibili a produrre rifiuti. Sono tenuti a pagare tutte le persone che occupino l'immobile, anche se i residenti sono inquilini o proprietari. Attenzione però, perché è importante sottolineare che il pagamento è obbligatorio per l'affittuario che possiede un contratto di locazione che supera i 6 mesi. Infatti se quest'ultimo risulti meno di 6 mesi, non è tenuto a pagarlo.

In merito a quanto detto finora, la risposta alla domanda principale è la seguente: se un immobile è disabilitato, il contribuente è tenuto a pagare le tasse sugli immobili. Nel caso nostro, il soggetto tenuto al pagamento è colui che possiede l'immobile grazie ad una donazione fatta dai genitori. Il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo fa scattare infatti l'obbligo di pagare la tassa sui rifiuti. A dire il vero, esiste una sola esenzione a questa regola e scatta laddove la persona che è tenuta a pagare la tassa, sia in grado di dimostrare non solo che l'immobile non è occupato, ma che sia del tutto inabitabile. Un immobile è in questa condizione laddove sia privo di allacci a rete idrica, fognaria, elettrica. Per questo motivo, se questi allacci sussistono, anche se l'immobile non è abitato, c'è l'obbligo di versare il TARI.

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